«Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.» (Antonio Gramsci)

24 aprile 2011

La fabbrica delle alleanze

di Manuele Bonaccorsi e Rocco Vazzana
da Left

La “bella politica” di Sinistra e libertà? Poca poesia e molto commercio. «Per valorizzare il nostro ruolo all’interno della coalizione il candidato sindaco ha garantito un coinvolgimento di Sel nel futuro assetto delle società partecipate», sostengono i dirigenti vendoliani. Traduzione: voti ai candidati Pd in cambio di posti di sottogoverno. Accade a Torino, dove il partito di Nichi Vendola appoggia Piero Fassino, l’uomo che “se fosse stato operaio” a Mirafiori avrebbe votato per Marchionne. Qualcosa del genere succede anche a Napoli, dove Sel ha spaccato il partito pur di non appoggiare Luigi De Magistris, con la sua posizione di rottura col potere bassoliniano; e ancora a Reggio, dove la forza politica nata per farla finita coi partiti del ’900 appoggia un ex esponente dell’Mpa del governatore siciliano indagato per mafia Raffaele Lombardo. A Cosenza, dove i voti della sinistra andranno al presidente dell’associazione imprenditoriale della sanità privata, quello che rappresenta, per intenderci, gli Angelucci e i Don Verzè. O a Salerno, dove Sel sostiene Vincenzo De Luca. Uno che oltre a un processo per truffa e falso, era solito rivolgersi con questo tono ai migranti: «Io smonto i campi dei rom e me ne frego di dove quella gente va a finire. Io li prendo a calci nei denti». La politica che fa della diversità una ricchezza? Se ne parla nelle Fabbriche di Nichi, nelle convention che acclamano il candidato destinato a cambiare la sinistra e magari anche il mondo. Ma visto da vicino il partito di Vendola è molto più dozzinale. Notabilati locali, fatti da maestri della contrattazione politica. E tanti patti sottobanco. Specialmente, accordi a ogni costo col Pd. Anche coi suoi esponenti più lontani dalla sinistra. La linea, calata dall’alto, è stata pedissequamente seguita in periferia. Anche a costo di spaccare il partito e l’elettorato. A Napoli i giovani di Sel, esponenti dei movimenti, ambientalisti, precari, hanno scelto De Magistris, rompendo col partito di Vendola. Così Sel rischia una batosta memorabile in Campania.

15 aprile 2011

C'è bisogno di Energie Pulite: ho deciso di candidarmi al Comune di Napoli

di Arnaldo Maurino

Sarà che le cose hanno preso a muoversi velocemente in questa città, che ho deciso di candidarmi al Consiglio Comunale di Napoli. L’ho deciso perché in fin dei conti siamo tutti in ballo, mentre le litanie del malgoverno ripetevano ossessivamente lo stesso mantra: va tutto bene. Ed ora quel mantra te lo ritrovi tra i denti, ma nell’Anima si è tramutato in una serie di domande: quale destino per i quartieri periferici come Scampia, S.Giovanni e Bagnoli? Quale destino per le politiche riguardanti le tutele sociali nei confronti delle persone più povere, nei confronti dei disabili, dei precari, degli operatori sociali, dei giovani? Napoli è destinata ad essere un’enorme discarica?

L’assurda condizione di afflizione in cui questa città sembra essere precipitata è il frutto del mal governo, che per decenni ha reso i quartieri più desolati, il lavoro più precario, l’ambiente più inquinato, gli animi più incupiti. Ed invece è possibile una politica del buon governo che non depositi i burattini dei partiti nel ventre grasso dei consigli d’amministrazione, che non arricchisca i potentati, che non stacchi assegni con cifre enormi per finanziare megaconsulenze inutili.

Video presentazione candidatura di Maurino

Perché de Magistris sindaco di Napoli?

Perché Luigi de Magistris è l’unica possibilità e speranza per avviare un percorso di rinascita culturale e morale nella città di Napoli rispetto all’attuale degrado etico morale radicato nella vita politica e sociale.

Perché Luigi de Magistris può rappresentare una svolta politica rompendo gli schemi di un diffuso affarismo trasversale, può rappresentare la rivoluzione culturale per avviare il rinnovamento della classe dirigente a Napoli da cui partire come esempio per il resto dell’Italia. Luigi de Magistris è la persona giusta per avviare un nuovo modo di concepire la vita politica e sociale partendo dal risveglio delle coscienze civiche.

Perché Luigi de Magistris è un cittadino dalla ‘schiena dritta’, è un valoroso paladino della legalità e giustizia sociale che, da magistrato diligente qual’era, ha combattuto il ‘sistema’ ovvero gli apparati affaristici criminali radicati nelle istituzioni.