«Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.» (Antonio Gramsci)
Progetti per Napoli
Quando ho deciso di mettermi in gioco, sapevo che la partita sarebbe stata dura. Lo sapevo perché il mal governo ha creato uno scenario in cui i temi della rigenerazione della città vengono sistematicamente espunti.
Il mio programma è il programma delle energie pulite. Sono queste che devono riappropriarsi dello spazio della politica, abusivamente occupato da cricche e comitati d’affari:
(1) LA QUESTIONE AMBIENTALE
La nostra bella città è stata trasformata in una enorme discarica dove sono stati sversati i rifiuti tossici provenienti dal nord Europa. I poteri criminali, agevolati dal mal governo hanno creato un vero e proprio disastro ambientale. Tutto ciò ha significato esproprio di democrazia, infatti l’emergenza è stata governata da poteri commissariali che hanno contribuito al disastro. Uscire da quest’abisso è possibile. E’ necessario avviare la raccolta differenziata porta a porta, impedire la creazione di inceneritori, incrementare il riciclo, attrezzare per ogni Municipalità cittadina un’area verde che possa fungere da luogo di incontro tra le persone.
(2) UNA CITTA’ GIOVANE
A Napoli il tempo rischia di essere prigioniero della fissità. Tutto è fermo e tutto appare ineluttabilmente vetusto. Napoli è una città escludente per le culture giovanili. E’ per questo che reputo necessario convertire immobili fatiscenti ed in stato d’abbandono, in luoghi che siano destinati a recepire i fermenti che l’universo giovanile inevitabilmente produce. Aprirsi alla musica, alle produzioni artistiche, culturali, significa accumulare vitalità. E’ necessario avviare la fase dell’accumulazione originaria di vitalità. Allo stesso tempo bisogna pensare a forme di sostegno al reddito per i giovani, proprio nel tempo in cui la precarietà è il mostro che devasta vite e divora il futuro.
(3) UNA CITTA’ SICURA E PARTECIPATA
I nostri quartieri, da un lato rischiano di divenire il luogo di impatto delle ideologie della tolleranza zero, dall’altro rischiano di essere consegnati all’ordine imposto dai poteri criminali. Napoli non può essere l’impero del narcotraffico voluto dai clan. I poteri criminali creano insicurezza, paura, angoscia, terrore. Coltivo invece l’ambizione di una strategia che sottragga vite ed energie ai clan, e questo passa necessariamente attraverso il potenziamento della scuola, delle strutture sportive sui territori, dei centri sociali e di aggregazione. E’ necessario inseguire gli uomini e le donne nelle gabbie di solitudine in cui si sono rifugiati. La vitalità che emerge ed esce fuori, inevitabilmente sottrae spazio alla cultura della morte dei clan.
(4) UNA CITTA’ DEGNA
Il lavoro, scisso dal sistema dei diritti diviene fatica. Una maledizione brutale che si consuma nei mille luoghi dello sfruttamento, delle fabbriche del lavoro irregolare, nei cantieri dei caporali, oppure, per altro verso nei call-center, dove si producono le nuove forme dell’alienazione. La narrazione del lavoro a Napoli ci parla di una condizione umana deprivata della dignità, precaria. Per molti invece non rimane che la necessità di emigrare o la disoccupazione. Altri si rassegnano all’idea che il diritto al lavoro ti possa essere concesso come un’elargizione fatta dal mal governo. Ed invece è possibile immaginare e realizzare una città degna, in cui le istituzioni si facciano promotrici della creazione di reti cooperative che guardino all’eccellenza, ai saperi, alla cultura, alle produzioni artigiane, al turismo, alle nuove tecnologie, alla comunicazione.
Attraversare la notte può lasciare nell’animo un senso di scoramento, eppure, è nelle notti più buie che è possibile intravedere una luce. Quando il buio sembra cingere il suo terrificante assedio, allora bisogna usare l’unica arma a nostra disposizione: la dignità.
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